Per il nuovo governo M5S-PD Zingaretti aveva chiesto discontinuità. Nelle politiche, certo, ma negli uomini (o donne)? Per le politiche i contrasti sembrano sfumare tra le parole "rivedere", "correggere", "aggiornare"; per le persone i nomi che girano sono sempre gli stessi: accontentare le correnti di partito pare sia sempre l'unico metodo valido per formare una squadra di ministri. Riuscirà Conte a concretizzare il concetto di discontinuità anche nella scelta dei suoi collaboratori?
Nessun commento:
Posta un commento