martedì 20 agosto 2013

Parola di Beppe


Il buon Beppe Severgnini coglie oggi su corriere.it (http://www.corriere.it/opinioni/13_agosto_20/severgnini-linguaggio-riflette-nazione_7e68e3f8-096c-11e3-90e1-47a539d609c3.shtml) un'altra occasione per dare una lezioncina a Beppe Grillo a proposito del suo ultimo post sul linguaggio "politicamente corretto". La lezioncina, naturalmente, si basa sul vecchio trucchetto di  accostare cose e concetti diversi spostando la questione sul piano voluto per mostrare quanto sia sbagliato, da ignoranti, da populisti, da stupidi, da incoscienti, da violenti, da razzisti e via elencando ed accusando. Sovrapponendo maldestramente il discorso di Grillo con le sparate propagandistiche di qualche leghista il gioco è fatto.
Finito poi il suo compitino il Severgnini identifica l'ipocrisia del linguaggio imposto con la buona educazione: chiamare le cose col proprio nome sarebbe offensivo mentre l'ipocrisia segno di buona creanza. In realtà la persona educata e sensibile non altera le parole ma tace: se incontra uno zoppo non lo addita dicendo "guarda quello sciancato" ma tace cedendogli il passo. Segno, questo sì, di educazione e civiltà.  Severgnini invece innalza un cartello con su scritto: "ecco un diversamente abile"mostrando a tutti il povero disabile che così "deve" sentirsi uguale agli altri, pur essendone intimamente poco convinto. Poiché il problema è proprio questo: dobbiamo necessariamente aderire ad uno standard, ad una falsa normalità per cui tutti devono sentirsi "giusti", "uguali" anche se "diversamente". Con le parole ci illudiamo di modificare la realtà, rifiutandola. Lo spazzino deve sentirsi un professionista della ramazza sentendosi chiamare "operatore ecologico" affermando così implicitamente che spazzare le strade è attività inferiore; il bidello, diventato "operatore scolastico", guadagna uno scatto di stipendio ed un gradino sociale, l'evasore fiscale ed il corruttore diventano persone con una "sensibilità sociale diversa" per cui se gli impedisci di rubare stai mortificando la loro personalità.
Le parole sono importanti, specie se si usano per non affrontare i problemi.


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